domenica 12 ottobre 2014

Foce dell'Adige e Po di Levante


Si parte per la foce dell'Adige. Da Chioggia sono una ventina di chilometri. Lasciata la Romea la strada costeggia il fiume fino alla foce passando per un approdo di barche. Dal parcheggio auto parte un sentiero sterrato che costeggia l'argine destro e ci porta dove l'Adige si tuffa in mare. 






Barriere di massi sono a limitare i danni delle maree e i sedimenti in entrata. Il paesaggio è rilassante. 


Affascinati da tutto ciò che il mare ha lasciato sulla sabbia, soprattutto legni e rami, raccogliamo un po' di materiale con l'intenzione di fare qualche scultura.
La carta stradale indica una strada panoramica che si addentra nel parco del Delta del Po. Ci avventuriamo. Siamo solo noi. Arriviamo a Porto Levante verso l'ora di pranzo. E' domenica e nel ristorante al porto non c'è posto. Un approdo pubblicizza il rifugio "Il Ghebo". Telefono e poco dopo vengono a prenderci con una barca. 


Raggiungiamo l'isola  di fronte e siamo sorpresi di sbarcare in un posto fuori dal tempo e così naturale.


Il ristorante all'aperto è semplice, ma l'ambiente circostante è curato. Un breve sentiero porta ad una spiaggia lunghissima dove poche persone prendono il sole.




Dopo pranzo ci crogioliamo anche noi al sole. Che meraviglia!
Ritornati all'auto partiamo per un altro tratto di strada sospesa nella laguna del parco regionale del Veneto del Delta del Po. 


Qui è un vero paradiso per gli uccelli. Vediamo aironi, gabbiani, fenicotteri, anatre, cormorani, garzette e  tanti altri di cui non conosco i nomi.










Siamo circondato dall'acqua tra le valli da pesca e la laguna. Per ritornare sulla Romea ci inoltriamo nella campagna che ci appare uniforme: è terra di bonifica.


I colori sono ormai autunnali e ad un tratto ci appare una nave in costruzione. Lì c'è un cantiere navale.

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