domenica 22 marzo 2015

Torta di mele

Ho voglia di qualcosa di dolce! Questa torta di mele, arrangiata da me, è velocissima e buona.


Ingredienti:
gr. 300 farina
gr. 150 zucchero
gr.75 burro
1 uovo
1/2 bicchiere di latte
un po' di cannella in polvere
1 bustina lievito
3/4 mele

Preparazione:
In una terrina versare farina, zucchero, burro sciolto, un uovo, un po' di latte e un pizzico di cannella in polvere. Mescolare aggiungendo l'altro latte e il lievito, fino ad avere un bell'impasto omogeneo. Tagliare le mele a spicchi, pelarle e tagliarle a fettine. Incorporarle nel composto. Ricoprire una teglia con carta forno e versare il composto. Infornare in forno già caldo a 180° per circa 40 minuti. Lasciar intiepidire e disporre la torta su di un piatto. Cospargere con zucchero a velo.
Mangiata tiepida è migliore e ricorda il sapore dello strudel!

sabato 14 marzo 2015

Forlì

All'uscita dalla mostra di Boldini è ora di pranzo e ci incamminiamo verso il centro di Forlì.


Franco mi vuole portare in un’osteria dove è già stato coi suoi amici. Avvio l’app sul telefonino per vedere quanti Km. faremo per le vie della città.
In poco tempo siamo di fronte al Duomo di S. Croce costruito sul sito di un edificio religioso più antico. La cattedrale di Forlì si presenta oggi nelle solenni forme classicheggianti del 1841.


All’interno, la bella Cappella della Madonna del Fuoco è antecedente al rifacimento ottocentesco.



Pochi passi ancora e troviamo l’osteria. E’ sulla bella alberata piazza Cavour. Salumè è un piccolo locale enoteca osteria con pochi tavoli. Un ragazzo ci illustra a voce i piatti del giorno. Mangiamo bene. 
Siamo pronti per una breve visita alla città, attraverso alcuni monumenti. Vogliamo arrivare fino al quartiere razionalista.
L’ampia Piazza Saffi rappresenta un punto eccezionale per ripercorrere, attraverso i palazzi, i monumenti e le chiese che si affacciano su di essa, la storia di Forlì.


La Chiesa di San Mercuriale è forse il più affascinante monumento cittadino. Riedificata tra il 1173 e il 1176 sui resti di una precedente pieve, presenta opere di grande valore artistico. Accanto a S. Mercuriale si trovano il bel chiostro cinquecentesco ed il campanile in stile lombardo che, con i suoi 75 metri d’altezza, è ben visibile anche da lontano.





Lasciando Piazza Saffi, percorriamo Corso della Repubblica, una delle principali arterie cittadine, corrispondente al tracciato romano della Via Emilia.
Una volta raggiunta l’area di Piazzale della Vittoria, si inizia la visita del quartiere edificato ex novo negli anni del Ventennio fascista: un complesso architettonico realizzato con il preciso intento promuovere una nuova immagine di città, moderna e funzionale. 




Al centro della piazza c'è il Monumento ai Caduti (1932), cui fanno da ideale scenografico coronamento le Palazzine gemelle (1933), che segnalano l’ingresso in città a chi proviene da sud.
Di proporzioni monumentali è l’Ex Collegio Aeronautico (1934-41), costruito in stile razionalista su disegno di Cesare Valle. 




Il Viale della Libertà – ex viale Mussolini – che conduce alla Stazione ferroviaria (1924-25), fu progettato secondo il modello monumentale del boulevard: suddiviso in tre assi, doveva essere il simbolo della trasformazione e del “progresso” introdotti dal fascismo. 









Su di esso si affacciano: la Scuola Elementare (1930-32), le Case INCIS (1930-32), l’ex casa della Gioventù Italiana del Littorio (1934-36) con la caratteristica torre, l’Istituto Tecnico Industriale (1937-41).






Sulla piazza della Vittoria noto una scala con accesso ad un sottopasso e l'indicazione "mosaici di vetro". Scendiamo a curiosare. 



Con grande piacere vediamo questi mosaici che Luigi Impieri, con l'aiuto della cittadinanza di Forlì,  ha progettato e realizzato con l'obiettivo di migliorare alcuni luoghi degradati della città. "Intorno all'arte si può trovare il nucleo per sviluppare un lavoro educativo, rivolto ad affermare il senso civico del bello".
Siamo già sulla via del ritorno. Arrivati al parcheggio dove avevamo lasciato l'auto, controllo l'app. Abbiamo percorso quattro Km.

Mostra di Boldini - Forlì


Sabato libero! Decidiamo di andare a Forlì a vedere la mostra di Boldini allestita nei musei del complesso di San Domenico. La chiesa di San Giacomo è in restauro, ma in un momento in cui la porta è aperta per gli operai marmisti, ho sbirciato all'interno ed in anteprima ho potuto ammirare questo capolavoro di restauro.


Fatto il biglietto e preso l'audioguida, entriamo nelle sale della mostra.


Già dal primo quadro, Boldini rappresenta l'epoca della Belle Epoque con una scena del Moulin Rouge. Poi tanti ritratti di donne dove è evidente la ricerca di forme raffinate ed eleganti.




Amava frequentare l'alta società che divenne oggetto della sua pittura. Donne belle, eteree e longilinee con incarnati pallidi e abiti elegantissimi dai tessuti preziosi ed ampie scollature. Vezzose negli atteggiamenti e negli sguardi.


Boldini divenne così un grande e ricercato ritrattista. Verso la fine dell'800 lasciò l'Italia per Londra, poi Parigi. Egli è capace di rendere moderne composizioni classiche, con il suo disegno rapido e la pennellata sicura dai colori vivaci.


"Boldini. Lo spettacolo della modernità" questo è il titolo della mostra, offre una retrospettiva dell'autore con un elevato numero di opere tra disegni, incisioni, pastelli, acquarelli ed oli.
Tali opere sono messe a confronto con la pittura di artisti della sua epoca: Corcos, De Nittis, Modigliani, ecc. Ci sono ritratti di personaggi famosi, paesaggi, scene di vita sia in interni ed in esterni. Ma io più volte mi sono incantata di fronte alla bellezza dei ritratti di donne. La figura femminile viene esaltata dalla perfezione formale allungando gambe, mani e piedi, in una visione tutta naturale.



Mostra bellissima! E' il giudizio che ho lasciato sul libro degli ospiti prima dell'uscita.


domenica 8 marzo 2015

Aria di primavera

Una domenica di sole ed ecco la voglia di fare una bella passeggiata in campagna.

Pensiamo di allontanarci un po' dal paese. Con l'auto andiamo in un punto del torrente Samoggia che conosciamo poco.
In bici siamo passati spesso da quelle parti, ma la strada non costeggia l'argine che, in quel punto, fa un'ansa e continua verso destra. Lasciamo l'auto.


Il grano ha già un bel colore brillante e i campi si estendono a perdita d'occhio. Vecchi alberi di gelso sono rimasti a testimoniare la storia di queste campagne.


Sull'argine una stradina pedonale costeggia il torrente in posizione sopraelevata. Un cagnolino è in un cortile di una casa e abbaia insistentemente al nostro passaggio. Ci corre incontro in modo aggressivo ringhiando, ma poi si calma e ci segue per tutto il percorso.


Ho avviato l'app sullo smartphone per vedere il percorso e quanti km. percorriamo.
Con le piogge della scorsa settimana, il Samoggia era in piena e ora, sono visibili i segni dell'acqua salita molto. Ad un certo punto l'argine gira e forma una cassa d'espansione. Il frutteto che si trova nella golena ha il terreno melmoso. Sterpi e paglia sono adagiati sui rami. Poco più in là, il Samoggia si tuffa nel Reno. E' visibile l'idrovora di Bagnetto.


Ora il torrente è tornato ad avere la sua consueta portata. Numerosi alberi sono cresciuti nel suo letto e penso che ciò non vada bene per il defluire dell'acqua.


In lontananza si sente della musica. Proviene dal carnevale di San Matteo della Decima. Così decidiamo di ritornare ed andare a curiosare. Abbiamo percorso tre Km.
Con l'auto facciamo un bel giro in campagna per esplorare la zona in modo da verificare un percorso sterrato che volevamo fare in bicicletta. Quindi arriviamo a Decima. Ci sono tante macchine parcheggiate e parecchia gente. Ci meravigliamo delle dimensioni dei carri allegorici che confrontiamo con quelli visti la settimana prima a San Giovanni in Persiceto.




Il percorso ad anello è abbastanza breve e c'è allegria e musica a tutto volume. Dai carri il gettito di caramelle, palloni, peluche e altro. A sedere su un muretto c'è un signore che ci saluta. Noi non lo conosciamo, ma cominciamo a chiacchierare e ci spiega molte curiosità relative a questi carri. Ad esempio, che la base del carro viene acquistata da famosi carnevali del sud Italia. Il trattore che solitamente precede il carro per trainarlo, qui a volte, è dietro e spinge. E' telecomandato da una persona a piedi. In questo modo il carro avanza imponente e l'impatto visivo è molto più bello.



Nel piazzale della chiesa c'è un mercatino di cose usate. Con pochi spiccioli compriamo oggetti di artigianato africano. Sono posate e piccole maschere di legno intagliate. Ritorniamo a casa soddisfatti!