venerdì 16 febbraio 2018

A Bologna per mostre



Nonostante siano terminate le giornate di Arte Fiera, a Bologna è possibile vedere ancora numerose mostre d’arte.
Questa mattina, Franco ed io, abbiamo preso il treno e ci siamo incamminati dalla stazione verso il centro. Le mostre che ci interessavano avevano orari di apertura diversi, per cui abbiamo organizzato i diversi ingressi camminando tantissimo!

A Palazzo Pepoli Campogrande (via Castiglione) “SCART” il lato bello e utile del rifiuto.


L‘installazione "Business Wo/men” è un’opera collettiva realizzata dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e di Bologna. L’esposizione è composta da un originale Pinocchio alto 5 metri, ottenuto con migliaia di pezzi scartati di piccoli pinocchietti in legno e da quindici figure, a grandezza naturale, di uomini e donne d’affari che camminano. Ogni statua è realizzata con materiali di recupero: cartone, cinture di sicurezza, confezioni di piselli surgelati, filamenti e ritagli di pelle, triangoli di panno assorbente, sfridi di tessuto, vetro, legno, polistirolo e scaglie di plastica riciclata.



Ci sono anche dei lupi in cartapesta. La mostra, promossa da Hera, ha lo scopo di sensibilizzare alla sostenibilità ambientale, al riuso e al riciclo.

A Palazzo Belloni (via Barberia) “the WALL” Il muro oggetto culturale.

Questa mostra propone un viaggio attorno e dentro al Muro, superandone la staticità bidimensionale per condurci in un percorso tra la storia, l’arte e la multimedialità.


La mostra è un invito a scoprire i diversi tipi il muro: psicologico (isolamento, incomunicabilità), il muro pubblico (la pubblicità), il muro funzionale (pareti, case, cinte e chiostri), il muro sociale (il tema dell’esclusione, del ghetto, dell’accessibilità), il muro politico (la segregazione, i confini, ma anche la privacy), il muro espressivo (murales, graffiti e street art), e il muro della memoria (lapidi, monumenti, cippi e memoriali).Ognuna di queste dimensioni è esplorata attraverso installazioni  e opere d'arte a tema, realizzate da artisti di diverse epoche.



In Pinacoteca (via Belle Arti) la mostra di Keith Haring



Qui sono esposte una sessantina di opere dell’artista americano, provenienti da collezioni private e da musei pubblici.



La mostra fa conoscere la vita (anche attraverso un video) e l’opera dell’artista che rese il segno grafico il «mood» vitale, creativo, nevrotico della vita newyorkese, riempiendo con i suoi grandi disegni gli spazi vuoti della metropolitana, aprendo nuove frontiere all’arte pubblica con un taglio spesso ironico.


Una giovanissima scolaresca è stata accompagnata e vedere le opere dell'artista e questo fa molto piacere!

A Palazzo Magnani (sede Unicredit di via Zamboni) “The Grandfather platform”



Una piattaforma consente di vedere da vicino gli affreschi di Ludovico, Agostino e Annibale Carracci relativi alla nascita di Roma. È opera dell'artista Luca Pozzi. Le pitture, che sono pensate per essere viste dal basso verso l'alto, qui le troviamo frontali stando a quattro metri d'altezza. Vogliono farci  vedere una percezione del tempo diversa tra passato, storia dell'arte e presente in un'infrastruttura fisica ma al tempo stesso illusionistica che, facendo proprie le tecniche dei Carracci, arriva a simulare la presenza di un gigantesco buco nero riprodotto sulla moquette dove si può camminare scalzi.




A Palazzo De’ Toschi (Salone Banca di Bologna, piazza Minghetti)  Erin Shirreff
La mostra personale dell’artista è composta di sole due opere: un video proiettato in dimensioni cinematografiche (5 x 8 m.) e un gruppo di sculture. 



Il video, intitolato Son “figlio”, in inglese, gioca anche con la parola “sun”, sole, è un lungometraggio di animazione basato su un intreccio di immagini fisse e in movimento, reali e costruite. L'ispirazione è nata con la visione dell’eclisse totale di Sole osservabile negli Stati Uniti nel 2017. 



L’altra opera, Many Moons “Molte lune”, è un gruppo di oggetti di gesso scuro disposti su una superficie coperta di fogli di giornale: sono calchi dell’interno di un assortimento di bottiglie, tazze, ciotole e piatti. I calchi in gesso materializzano un vuoto. Presentati come gruppo, formano una specie di paesaggio quotidiano invertito, il negativo di una natura morta. E’ visibile l’ispirazione alle composizioni di Giorgio Morandi.


Le mostre allestite in questi palazzi storici privati, danno la possibilità di entrare per ammirare i vasti scaloni, le magnifiche sale e gli splendidi soffitti. Cosa che non potresti fare altrimenti!



Era da tempo che non passeggiavamo per Bologna e la giornata tiepida ha favorito le nostre camminate.
Una sosta per 
curiosare in Piazza Verdi la torretta di container che ha creato tante discussioni. E’ alta una decina di metri, con tanto di belvedere, di fronte al teatro Comunale. 



E poi, intorno ai giardini del Guasto, il “Guasto Village” con container dove trovare cibo, musica, biblioteche e tanti murales.



Questa zona mi ricorda altre simili già viste a Londra. Penso che possano essere interventi, se controllati adeguatamente, per affrontare i problemi di quest’area, noti per i fatti di degrado.





Per la sosta pranzo abbiamo scelto il self service di Tamburini. Ottime lasagne e verdura al gratin, accompagnate da una bottiglietta di Sangiovese.
Nel pomeriggio eravamo davvero stanchi, con i piedi dolenti. Era già ora di riprendere il treno per Persiceto. Una controllata al mio inseparabile orologio contapassi, avevamo fatto quasi 13 Km!



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