Martedì 21 febbraio 2017
Sveglia presto. Si parte alle 6.00 per l'avventura, alla scoperta della zona nord-est della Repubblica Domenicana: la penisola di Samanà.
Fuori dal resort siamo in pochi e ci viene a prendere un van. Ci sono italiani e persone di altre nazionalità. Con noi c'è una simpatica coppia di fiorentini. Lei è sulla sedia a rotelle.
Siamo tutti un po' assonnati. La nostra guida è Michele. Ogni spiegazione la comunica in quattro lingue: spagnolo, italiano, francese ed inglese.
C'è una bella autostrada che porta a Punta Cana. Sta albeggiando.
Quando arriviamo ci sono altre persone già su una corriera ed anche noi saliamo.
La strada è bella è scorrevole.
Attraversiamo una campagna verdeggiante cosparsa di allevamenti di bestiame, piantagioni di palme da cocco, banani, corsi d'acqua. Qui piove spesso e tutto cresce rigoglioso.
Anche noi, siamo sorpresi dalla pioggia.
Durante il tragitto scoppia una gomma al bus. Per fortuna le gomme dietro sono gemellate e, rallentando, arriviamo al punto d'imbarco a Miches.
C'è un piccolo molo con due barconi che ci aspettano. Sulla spiaggia i pescatori sono intenti a governare le loro barchette e a sistemare le reti.
Prima di salpare ci viene offerto uno spuntino. Saliamo su un barcone e prendiamo il largo per avvistare le balene.
In questo periodo le megattere vengono a riprodursi in queste calde acque.
L'attesa è lunga e le vediamo da lontano. Al largo c'è una moltitudine di barche, tutte lì per questo spettacolo!
Le balene non fanno i salti come sui manifesti pubblicitari dell'escursione, mostrano solamente il dorso quando escono a prendere aria. Vediamo anche una mamma col piccolino.
E' strapiena di turisti. Un gran via vai di barconi che attraccano sul piccolo molo.
Percorriamo una stradina con baracche di souvenir e arriviamo in uno spiazzo con lunghe tavolate per il pranzo dei vari gruppi. Bei chioschetti colorati vendono cocco, ananas e rum.
Pranzo a base di riso e pollo.
Non abbiamo tempo per la spiaggia. Peccato! Alle 13 dobbiamo riprendere il barcone per andare a Samanà.
Arriviamo a Samanà dove vediamo la vera anima dei Caraibi. C'è poco traffico.
Saliamo su dei "camion safari" aperti e proseguiamo per raggiungere il punto di partenza dell'escursione alla cascata del Limon.
Passiamo per il centro città. C'è un quartiere con case colorate e scolari che tornano da scuola.
Cominciamo a salire su per la collina. Incontriamo diversi negozietti e le abitazioni sono molto povere.
Al nostro arrivo, ci sono già tanti cavalli e accompagnatori che ci attendono.
In una baracca lasciamo le scarpe e indossiamo degli stivali e il casco.
Un ragazzo e una signora ci seguono. Loro ci hanno scelti e saranno le nostre guide!
Ho piovuto da poco ed il terreno è fangoso. I cavalli e i "condottieri" fanno molta fatica. Attraversiamo una zona di foresta tropicale. Percorriamo una pista a fianco ad un torrente con acqua torbida. La vegetazione è rigogliosa.
Dopo una mezz'ora lasciamo i cavalli e scendiamo una scalinata di 200 gradini. Siamo preoccupati per il ritorno! C'è una gran umidità e fa molto caldo.
La cascata fa un salto di 80 metri e c'è già gente in acqua. L'acqua torbida non invoglia a fare il bagno.
Scattiamo qualche foto e siamo pronti per ripartire, ansiosi per la salita, che però, si rivela meno faticosa del previsto. I cavalli ci aspettano.
Riprendiamo il camion safari e facciamo il percorso a ritroso.
Arriviamo al porto e riprendiamo il barcone per Miches.
Lì ci attende un bus locale, un po' scassato, con tendine e mantovane. La gomma della corriera non è stata riparata!
Una simpatica bambina ci saluta.
Con questo bus arriviamo a Punta Cana. C'è molta di agitazione perchè la nostra guida Michele scende e l' autista non conosce la zona. Dopo qualche giro in tondo, ecco Michele che aveva recuperato un van per riportarci a Bayahibe. Alle 9.00 siamo in albergo, un po' in ritardo sulla tabella di marcia.
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