Estate di San Martino, il tempo bello e le temperature miti,
invitano a fare dei giretti.
Andiamo così ai Sassi di Rocca Malatina. Mi informo un po’ in internet per vedere cosa c’è di interessante. Stampo una cartina e qualche informazione. Prenoto per il pranzo, accertandomi che il locale, situato in mezzo al parco, sia aperto. In un’oretta siamo già davanti al centro visitatori, ma è chiuso.
Andiamo così ai Sassi di Rocca Malatina. Mi informo un po’ in internet per vedere cosa c’è di interessante. Stampo una cartina e qualche informazione. Prenoto per il pranzo, accertandomi che il locale, situato in mezzo al parco, sia aperto. In un’oretta siamo già davanti al centro visitatori, ma è chiuso.
Lasciamo l’auto e andiamo a vedere la Pieve di Trebbio.
Una chiesetta romanica
ben conservata. Già da lì si vede un bel paesaggio sui colli modenesi e sulle guglie
dei Sassi, spettacolari rupi arenacee. Fanno da cornice alla Pieve di Trebbio e ai piccoli Borghi di origine medioevale
risalenti all'epoca dei Malatigni, famiglia nobile
dell'epoca, una ricca varietà di ambienti naturali che in questo periodo autunnale
mostrano colori meravigliosi.
Sempre a piedi, seguiamo il sentiero n. 3, una salitina ci
porta al Borgo dei Sassi, ai piedi della rupe.
Poche case con osteria e locanda.
La salita alla rupe è chiusa nel periodo invernale!
Scendiamo per un sentiero in
mezzo al bosco, che si ricollega con quello fatto all’andata e ritorniamo a
prendere l’auto.
Seguendo le indicazioni
dei cartelli stradali andiamo verso il ristorante dove avevamo prenotato il
pranzo “La Quiete”. La strada è asfaltata, ma stretta, sale con ripidi
tornanti, ma poco dopo, ecco il Mulino delle Vallette, dove c'è anche il chiosco che
cercavamo.
E’ ancora presto per pranzo, così la signora del chiosco ci va vedere la sala macina del
mulino ancora ben conservato. La ruota è orizzontale. In questo periodo, però, il
locale viene usato da magazzino ed è pieno di cose riposte.
Osserviamo il rio delle Vallette dove l’acqua e forma anche
piccole cascate.
Corre all’interno di un boschetto e attraverso un sentierino,
giungiamo ad una sorgente d’acqua solfurea. L’odore di zolfo si percepisce
appena.
E’ arrivata l’ora di pranzo e c’è già un po’ di gente. La maggioranza
si siede ai tavoli all’aperto, al sole. Noi preferiamo sederci all’interno di
una vetrata perché il sole è davvero cocente! Il menù è a base di tigelle e
gnocco fritto con salumi, stracchino e marmellata di more fatta dalla nonna.
Chiediamo informazioni per la strada che scende al
fondovalle del Panaro, così da proseguire il giro del Parco. Il bivio è poco distante da
dove siamo e prendiamo la via fondovalle. Ci precedono due signori a cavallo
che erano a pranzo al chiosco.
La strada è a tratti non asfaltata e, quando
asfaltata, molto malmessa. Nella parte più bassa costeggiamo i calanchi.
Dall’alto bei paesaggi e la vista sul Panaro.
Arriviamo al fondovalle e vediamo l’auto di Claudia. La famigliola
al completo è a mangiare al ristorante
“Al fiume”. Fabio dorme e con
Diego, che ha già mangiato, giochiamo coi sassi del fiume.
Noi proseguiamo e facciamo una sosta a Vignola.
Eravamo già stati qui, ma non ci ricordavamo di aver visitato il castello all’interno. L’entrata è
gratuita e in ogni stanza ci sono brevi pannelli descrittivi.
La rocca si presenta come un imponente quadrilatero,
prodotto finale di tante fasi costruttive ed in particolare di quella apportata dai Contrari, che l'hanno trasformata da roccaforte ad
imponente residenza nobiliare. Sulla sinistra della facciata si apre l'androne
d'ingresso anticamente difeso da ponti levatoi, fossato e portoni.
Sulla destra si innalza la torre del Pennello, dietro ad essa, nell'angolo del quadrilatero che guarda il fiume Panaro, la torre delle Donne ed ultima la torre denominata di Nonantola: la più antica ed imponente. Sul muro esterno che corre tra questa torre e l'androne d'ingresso si apre un bastione arrotondato chiamato Rocchetta. La Rocca è disposta su cinque piani, dai sotterranei, dove si trovano le Sale dei Grassoni e dei Contrari, ai camminamenti di ronda.
Per quanto concerne le sale e la loro funzione d'uso, al piano terreno si aprono quelle riservate alla rappresentanza, cioè adibite ai momenti pubblici ed ufficiali della vita di corte: banchetti, feste, musica, teatro. Il primo piano era, invece, dedicato al privato, agli appartamenti dei signori e dei loro ospiti.
Al livello superiore vi sono le stanze utilizzate per gli alloggi della servitù.
Sulla destra si innalza la torre del Pennello, dietro ad essa, nell'angolo del quadrilatero che guarda il fiume Panaro, la torre delle Donne ed ultima la torre denominata di Nonantola: la più antica ed imponente. Sul muro esterno che corre tra questa torre e l'androne d'ingresso si apre un bastione arrotondato chiamato Rocchetta. La Rocca è disposta su cinque piani, dai sotterranei, dove si trovano le Sale dei Grassoni e dei Contrari, ai camminamenti di ronda.
Per quanto concerne le sale e la loro funzione d'uso, al piano terreno si aprono quelle riservate alla rappresentanza, cioè adibite ai momenti pubblici ed ufficiali della vita di corte: banchetti, feste, musica, teatro. Il primo piano era, invece, dedicato al privato, agli appartamenti dei signori e dei loro ospiti.
Al livello superiore vi sono le stanze utilizzate per gli alloggi della servitù.
Un altro tesoro di Vignola è il Palazzo Barozzi con la sua
scala a chiocciola. Si paga un biglietto d’ingresso di € 2.00. Una signora,
volontaria della parrocchia, ci accompagna nella visita raccontandoci la storia del palazzo e di Jacopo Barozzi, detto il Vignola, che fu uno dei più importanti
architetti del rinascimento italiano.
Il palazzo è ancora integro e recentemente è stato eseguito
un restauro del seminterrato e della scala
elicoidale.
Questa scala è l’unica nel palazzo a collegare i vari piani.
E’ autoportante, totalmente aerea e sostenuta da una colonna che parte dal
seminterrato e, nei piani superiori, dal muro perimetrale dove sono incastrati
i gradini. L’inclinazione della scala cambia nei piani alti, appoggiandosi pi più
al perimetro esterno in modo da alleggerire il centro.
Il vano scale venne poi decorato nell’800, come la maggior
parte delle sale del palazzo.
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