Cogliamo l'occasione di andare a Padova a vedere la mostra di Corcos " I sogni della Belle Epoque" e il nuovo orto botanico.
Poco distante c'è l'orto botanico universitario (il più antico al mondo) e il giardino della biodiversità.
Si ha accesso alla parte storica risalente al 1545 con una struttura circolare e, nelle tante aiuole, crescono diverse piante medicinali e piante autoctone.
Cancellate e cancelli in ferro battuto dividono le varie zone. Diverse fontane sono collocate ai lati del quadrilatero esterno.
Un sentiero ci porta alla parte moderna dove c'è la nuovissima serra inaugurata a settembre.
L'edificio ha un effetto estetico molto bello e l'impatto ambientale viene esaltato tra il contrasto del moderno e l'antico della chiesa sullo sfondo. La luce e il calore naturale entrano nella serra e tutto è studiato con soluzioni tecnologiche e progettuali al risparmio energetico ed idrico.
Le piante sono suddivise secondo diversi ambienti: foresta tropicale, subtropicale, clima mediterraneo, deserto, ecc. Sono più di 1300 le specie che fanno parte del progetto di biodiversità.
Una passeggiata sotto i portici del centro cittadino e arriviamo a Palazzo Zabarella.
Non conoscevo la pittura di Corcos e attraverso i suoi dipinti ho potuto godere della sua pittura attenta, meticolosa, dove i materiali sembrano reali.
E' contemporaneo di De Nittis e Boldini, a cui si ispira.
Dipinge quadri anche di grandi dimensioni e bellissimi ritratti di signore dell'epoca ambientate in interni o in paesaggi parigini. La pittura en plain air è evidente nelle vedute marine di Castiglioncello.
Rimango estasiata difronte ad un quadro di Ettore Tito "Bolle di sapone".
Verso l'una usciamo dalla mostra e andiamo a pranzo in un'osteria tipica lì vicino "Nane dea Giulia". Il posto è tipico, poco illuminato e la scelta è tra pochissimi piatti. Optiamo per un risotto zucca e salsiccia e mezze penne ai pomodorini con ricotta salata. Il vino rosso era fresco e leggero, ma il risotto scotto e la pasta normalissima. Non ci torneremo più!
Lungo il percorso di ritorno visitiamo i luoghi caratteristici della citta: Piazza delle erbe,
Il caffè Pedrocchi,
la basilica di Sant'Antonio
anche all'interno
e il chiostro.Torniamo alla macchina per andare in un borgo medievale sui colli Euganei: Arquà Petrarca.
Francesco Petrarca scelse questo posto per trascorrere serenamente i suoi ultimi anni.
Dall'alto del borgo si gode un bel paesaggio sui colli Euganei.
Viuzze strette tra case medievali salgono verso la parte alta del borgo. Ma Arquà Petrarca è famosa per le sue piante di giuggiole che crescono ovunque per l'ottima posizione delle colline soleggiate.
Con questo frutto autunnale viene fatto un ottimo liquore dolce "brodo di giuggiole" che può essere bevuto sia freddo che caldo.
Anche numerosi melograni adornano, in questo periodo, i giardini di Arquà con i loro colori vermigli e i frutti sono in vendita.
Nessun commento:
Posta un commento