Una domenica per le collline della Val Marecchia a visitare la città di San Leo che fa parte de “I Borghi più Belli d’Italia”. Dista una trentina di km. da Rimini ed è situata su un enorme masso roccioso e vi si accede per una strada tagliata nella roccia. Sulla punta più alta dello sperone si eleva il Forte raggiungibile con una ripida salita.
L'intero borgo è ben conservato e passeggiando abbiamo visitato la Pieve preromanica,
il Duomo romanico lombardo del sec. XII
e il Forte con la cella di Cagliostro.
Il panorama è molto bello e la vista spazia dai monti circostanti, fino al mare.
Per Umberto
Eco, San Leo è la città più bella d’Italia: Una rocca e due chiese.
Per l’ora di pranzo avevamo prenotato in piazza al Ristorante “La Corte di Berengario II” ed i monumenti fanno da cornice alla veranda esterna, allestita per pranzare all’aperto e al riparo dal sole. Anche l’interno quattrocentesco è stato ristrutturato con cura, conservandone le caratteristiche originali.
La lista dei piatti propone sapori legati al territorio. Abbiamo ordinato
Stringhetti
di Berengario II (verdure saltate in padella e ragù di salsiccia) e tagliatelle
al ragù e a seguire, una grigliata mista (salsiccia, castrato, costolette e
fettina) con patate arrosto. Tutto molto buono e accompagnato con un
buon Sangiovese di Romagna! Passeggiando per il borgo sono stata attratta da un negozietto con questa scritta: "Da una crema una rosa" creazioni di Giannessi Maria Luisa (Lilia). Entro e mi accoglie cordialmente una signora che mi spiega che "La rosa di San Leo" è un elemento alchemico del medioevo e che era stato scelto come talismano. Lei si è inventata la composizione di una pasta alla glicerina per poter realizzare bijoux d'arte con i colori della natura immersi nell'idea modellata dalla sua mano. Ho acquistato un grazioso paio di orecchini che sembrano di corallo perché tinti col papavero rosso.Per l’ora di pranzo avevamo prenotato in piazza al Ristorante “La Corte di Berengario II” ed i monumenti fanno da cornice alla veranda esterna, allestita per pranzare all’aperto e al riparo dal sole. Anche l’interno quattrocentesco è stato ristrutturato con cura, conservandone le caratteristiche originali.
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